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13 dic 2007

Giornata tipica a una manifestazione fieristica

Segue la descrizione di una giornata STANDARD ad una manifestazione fieristica raggiunta tramite ferrovia, in questo caso il viaggio è stato da Lucca a Bologna per raggiungere il motor show.

Sveglia alle ore 5 per raggiungere frettolosamente la stazione. In genere ci si accorge di aver scordato qualcosa appena si è a 1 km dalla destinazione. Spesso si tratta di panini. La conseguenza di ciò la vedremo più avanti, quando si arriverà all'orario di pranzo...
Non appena si raggiunge la stazione si aspetta per un tempo medio-lungo imbottiti come maiali e nonostante ciò si ha freddo. Il treno arriva e fino al primo scambio tutto tendenzialmente procede normalmente (possono capitare pittoreschi personaggi ma tutto nella norma). Al secondo scambio, quindi convogliano tutti i problemi: treni che non esistono, treni appena inventati (a orari inventati) e treni merci che sfrecciano nel binario in cui aspetti il tuo treno proprio all'ora in cui dovrebbe arrivare. Dopo aver capito approssimativamente cosa fare dagli annunci altisonanti, raggiungiamo tramite sottopassaggio (riconoscibile dalle suole delle nostre scarpe sulle scale, visto che ce le abbiamo finite andando su e giù per circa 6 volte per un totale di 250 metri). Si prende dunque il treno inventato che giustamente non è della stessa categoria del treno compreso nel nostro biglietto. Spesso il treno fantasma suddetto è un intercity del primo dopoguerra con cuccette ANCORA occupate e ancora più spesso la tipica signora fiduciosa (spuntata da una cuccetta) urlerà con piena fierezza:" voi giovani siete il futuro", seguita da risate generali di sottofondo. Raggiungiamo una cuccetta libera, relativamente libera. Un ex militare con la barba spesso può comparire in uno dei 6 sedili presenti con fare polemico nei confronti dell'organizzazione ferroviaria italiana: assecondatelo, così potrà dormire per tutto il viaggio tranquillamente. Nel viaggio sono tipiche le gallerie infinite, accompagnate da sbalzi di pressione (fanno buono all'orecchi, direbbe il militare sonnecchiando) e treni minacciosi che compaiono improvvisamente a 1 metro dal finestrino a 450 km orari di velocità (possono provocare attacchi di cuore). Arrivando alla stazione finale, possiamo notare da buoni campagnoli la presenza di tecnologie (assenti nel nostro piccolo paese, quindi non è raro vedere i classici tipi che si guardano intorno con occhi spauriti, nonchè ridendo di tutto e tutti credendosi superiori). Non lo sono ma così devono credere. Per raggiungere dunque una fiera trovandosi in tale posto, dobbiamo semplicemente seguire le persone che più ci somigliano (tendiamo ad andare negli stessi luoghi) e a seguire cartelli disposti a casaccio da qualche buon burlone mattiniero. Nel nostro caso specificatamente il cartello era "BUS motor SHOW". Tali cartelli portano l'ignaro visitatore a girare ogni negozio della città fino alla biglietteria della navetta che se Dio vuole porterà fino alla fiera. Il bigliettaro dalla barba di 15 giorni e dalla faccia alquanto NON allegra ci darà i biglietti e ci accatasteremo nel bus. In cotesto mezzo, è comunemente risaputa la presenza di Lucio Dalla (siamo a Bologna) che non si fa i cazzi suoi, il tipico bambino con il cappellino e il padre patito di pallone. Accanto loschi figuri neo adolescenti si dilettano con una bottiglia di lambrusco atteggiandosi a divi di hollywood. Osservandoci in giro dunque passiamo un piacevole viaggio di pochi minuti. All'arrivo ci aspetterà un chiaro cartello di benvenuto in 2 lingue: "Borseggiatori! / "Pickpockets!". Se così è, tutto allora è normale.
Biglietteria: 24 euro, 20 per le donne, dato che le donne con le macchine non c'entrano poi così tanto (a meno che non siano in calze e mezze nude accanto a una vettura, per non meno di 8 ore per giorno, VIVA L'EMANCIPAZIONE!). Il bigliettaro anche qui ha problemi, relativi agli spiccioli.. nulla di grave... si paga per tutti e poi ci rendiamo i soldi tra di noi (se sappiamo dove abitano i nostri amici).
Entriamo. Se la fiera è di notevoli dimensioni, diciamo sui 30 padiglioni, possono volerci dalle 5 alle 6 ore per visitarne la metà in maniera approfondita, quindi a fine giornata avremo (se tutto procede secondo la tabella di marcia) gravi traumi ai piedi e alle spalle. Lo zaino infatti, parte con alcuni panini e una bibita, e termina pieno di depliant, giornali, gadget, aghi di pino (perchè no), poster e qualche merendina non consumata. Per l'appunto un borseggiatore potrebbe passare e, vedendo le tasche vuote, riempirle con qualche dolciume, essendo sotto natale. Nel mio caso ha lasciato un kinder cioccolato. Andando oltre lo zaino con problemi di peso (problemi ghiandolari, non è carino offendere), si arriva al pranzo. Lo scopo dei bar e chioschi all'interno di una fiera è semplice e trasparente: approfittarsi del turista senza cibarie portate da casa. Non è raro dunque pagare una bottigli a da o,5 L di coca cola a 4 euro così come una redbull a 3 euro, mentre nello stand relativo alla bevanda energetica il prezzo si aggira sui 2,50 euro (dettagli).
Al termine della giornata, caratterizzata da spasmi acuti alla zona delle spalle appunto, possiamo notare di aver visto la stessa quantità di donne e di macchine e di aver assistito alla sindrome del fotografo segomane. Orde di uomini muniti di macchine fotografiche sono quindi intenti a fotografare ogni donna, anche quelle che apparentemente (come esseri umani) sono sedute tranquillamente a un tavolo, non rappresentando parte della manifestazione. "se è bella ci scatto una foto", così pensano probabilmente questi mentecatti dal grilletto facile.
Al termine di tutto ciò, possiamo pure incamminarci nella direzione inversa, cioè verso casa. Stremati cerchiamo sulla cartina l'uscita e dopo svariati minuti la troviamo e, saliti sull'autobus arriviamo alla stazione centrale. Stanchi morti, lo ripeto per l'ultima volta, scopriamo che il nostro treno è alla sezione EST della stazione, a circa 2 ore di cammino dall'ingresso. Giustamente, cazzeggiando e fischiettando, arriviamo al treno senza aver obliterato il biglietto per il ritorno. La macchinetta più vicina è a Roma termini (???) e il fiero controllore per evitare di fare il suo lavoro ci rimanda alla suddetta stazione. Fatto ciò il treno si mette in moto e al primo scambio notiamo un persono veramente rassicurante: è l'inquilino del vagone. In pantofole e pigiama si aggira per il treno tranquillamente, con i capelli mossi (chissà dove avrà dormito) e scende con noi all'arrivo per prendere un pò di fresco. Arrivati dunque alla stazione ci troveremo ad aspettare chiaramente sui 20, 30 minuti e cerchiamo di passare il tempo mettendo soldi in macchine automatiche. Alchè comparirà un altro tipo simpatico: è il barbone/spazzino del baretto. Ci circumnavigherà dicendoci di giocare alla macchinetta del gratta e vinci, sputando sentenze come un giocatore navigato (e dall'aspetto si direbbe naufragato). Mettiamo 2 euro nella macchinetta e ne vinciamo 5. Quale modo migliore per spenderli se non un kebab?
Ci mangiamo la pietanza tipica turkmena e ripartiamo allegramente (treno deserto) verso casa. Alchè all'arrivo in stazione dovremmo avere qualcuno che ci aspetta con una macchina o , se in atto uno sciopero selvaggio dei TIR, prendere un autobus. Timbriamo il nostro biglietto da 2 euro su una tratta da 60 centesimi e arriviamo fino all'ingresso di casa. Si conclude così, con una possibile espansione che non ci sarà per il momento, la giornata tipica di un visitatore di fiere.

Buona notte.

Preci Iacopo
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